Da flash (breve esperienza) e mob (moltitudine), indica un gruppo di persone che, a seguito di comunicazioni via internet, si riunisce in un luogo pubblico mettendo in pratica una breve attività, per poi disperdersi come se nulla fosse successo.
I flash-mobbers si incontrano per “rompere” la quotidianità e realizzare un’azione che, vista da fuori, non ha alcun senso, se non contestualizzata in quel momento specifico e che comunque non avrebbe alcuna “storia” se non fosse opportunamente video documentata.
Sono nati nel 2003 a New York, ma il più bello visto finora è probabilmente quello realizzato a Chicago, l’8 settembre 2009, in occasione dell’evento Oprah’s 24 Kickoff Party: sulle note di I gotta feeling, il pubblico, tra lo stupore dei Black Eyed Peas e della stessa Oprah, ha iniziato a ballare dando vita ad uno spettacolo unico:
E, non stupitevi se a Chicago, a Piccadilly Circus
a Bondi Beach
o nei flash mob di commemorazione per Michael Jackson i protagonisti eseguono i passi di danza alla perfezione: la video coreografia viene inviata insieme all’invito.
Il flash mob però, non è solo bello da fare e da guardare ma, è anche un’idea che le agenzie stanno sfruttando per comunicare.
Ecco che cosa ha fatto Saatchi & Saatchi per T-Mobile (Location: Liverpool Street, Londra) o Cartoon Network per promuovere Teen Angels:
Pubblicato il 9 febbraio 2010 su www.tentaculus.it
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