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Archive for the ‘Pensieri in libertà’ Category

Sito del Vaticano“Annuntio vobis gaudium magnum;
habemus Papam: Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum,
Dominum Georgium Marium
Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Bergoglio
qui sibi nomen imposuit Franciscum”

E’ emozionante vivere l’elezione di un nuovo Papa. E ci sono tanti “segni” particolari che caratterizzano l’elezione di Francesco,  il 266° successore di Pietro e di Benedetto XVI, Papa Emerito.

Dopo 1300 anni un Papa non europeo, con nome Francesco, il primo dopo San Francesco, che il Conclave è andato a prendere “quasi alla fine del mondo”.
Dicono che sia un uomo semplice che fino ad ieri, si muoveva in bici o metro e infatti, si presenta con la croce, in abito “bianco”, senza la ricca stola che indossa giusto il tempo della benedizione.

Nei dieci minuti in cui si presenta, per la prima volta, ai fedeli parla di sé chiamandosi ripetutamente vescovo di Roma e chiede il “favore” di pregare per lui in silenzio (un silenzio che si rivelerà assordante) prima della sua prima benedizione Urbi et Orbi.
Poi il “Padre Nostro” e l“Ave Maria” all’unisono con i fedeli assiepati in Piazza San Pietro e collegati da tutte le parti del mondo tramite tv, radio e internet.

Cosa non indifferente, ha sorriso più di una volta e ha salutato augurando a tutti “buona notte e buon riposo”, con una semplicità fuori dal comune.
Immediato anche il tweet “Habemus Papam Franciscum, l’aggiornamento del sito ufficiale del Vaticano la stampa e distribuzione di un’edizione speciale dell’Osservatore Romano (andato a ruba in mezz’ora).

Fatti e segni nuovi, segni di un cambiamento (epocale)?

1 Tweet Pontifex

 

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Nespresso @home

Nespresso @home

E’arrivata a casa la nuova macchinetta per il caffè: Nespresso Pixie
Si attende, a brevissimo, l’arrivo di George

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Withney (l’album) è stato il regalo di mio padre per il mio tredicesimo compleanno.

Un regalo che inizialmente pensavo più per lui che per me dato che gli piaceva un sacco THE VOICE.

A me piaceva WH, ma da qui a farmici un regalo…(?!)
Invece, poi è stata una droga: I wanna dance with somebody l’avrò ascoltata decine e decine di volte fino ad impararla a memoria.
La canzone era già uscita come singolo ma, secondo me, era la canzone top dell’album: la più vivace e che metteva in evidenza la voce tanto potente quanto dolce ed unica della Houston e riascoltarla oggi la fa sentire più viva che mai:

RIP Withney 

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Non ho mai capito il nesso tra botti e i festeggiamenti per la fine dell’anno, cioè sparare quanti più botti possibili il 31 dicembre e correre il rischio di farsi (e fare) del male (con l’accensione della miccia, con lo scoppio o anche semplicemente col rumore provocato da questi oggetti inutili).

Sì, lo ammetto, rischiare di farsi male per festeggiare il nuovo anno rimane per me un MISTERO.

In questo momento, da casa mia, si sentono botti così forti che tremano le  finestre e i pavimenti.

Se si pensa poi che per ridurre incidenti e morti si è dovuto attendere il movimento degli animalisti che, segnalando il fatto che in questa notte “da guerra civile” muoiono mediamente 5000 animali domestici, hanno spinto affinché gli organi competenti si attivassero in qualche modo..e fortuna che l’hanno fatto!

Poco importa se sembra che la vita degli animali sia più importante degli esseri umani (con rispetto parlando per gli animali), ma si sa… a volte l’uomo,  “teoricamente” dotato di intelligenza, sa essere più stupido di  un animale e non è stato in grado, anzi è stato proprio  impedito dall’intervenire prima. :-O
Comunque sia l’ordinanza (“tardiva”dato che il sindaco Cammarata l’ha sottoscritta appena ieri  http://bit.ly/tVizkX*)  non è stata sufficiente a ridurre i botti e proprio a Palermo si registra il primo incidente ad un ragazzino di 14 anni  http://bit.ly/t5sAOl

Adesso, che mancano meno di 4 ore al nuovo anno, posso solo sperare che passino in fretta e senza ulteriori pericoli e nel frattempo, auguro a tutti un felice e sereno 2012.

*La prossima ordinanza dovrebbe essere attivata dalle ore 20 del 29/12/12 alle 24 del 03/01/13

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Aspettando Fiorello….

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Non capita spesso che la realtà superi la fantasia e, men che mai, che riesca a dare un nome e cognome alla protagonista di una nota favola. Invece, è proprio quello che è successo lo scorso 29 aprile, quando una borghese Catherine Elizabeth Middleton ha sposato il Principe William, il secondo (in linea di successione) erede al trono d’Inghilterra, divenendo così Principessa Kate di Galles, ma anche Duchessa di Cambridge è, infatti, questo il titolo che la Regina ha voluto regalare agli sposi.

Un evento che ha attratto (non poco) investitori pubblicitari, come per es. la compagnia telefonica T-Mobile UK che invita a condividere i momenti speciali un divertente spot pubblicitario che è stato realizzato con i sosia dei membri della famiglia reale inglese.

Un matrimonio pianificato nei minimi dettagli con un rigido programma ufficiale e dove tutti i protagonisti principali dell’evento (la sposa, lo sposo, la regina) sono arrivati all’Abazia di Westminster in Rolls Royce, tant’è che a molti è sembrato di vivere uno spot della casa automobilistica inglese.

Kate, una ragazza dallo stile “acqua e sapone”, che sicuramente Lady Diana avrebbe approvato, ha pronunciato il suo “I will” nell’abbazia di Westminster davanti a 1900 invitati, mezzo milione di londinesi e di turisti per le strade che si sommano agli oltre due miliardi e mezzo di persone che hanno seguito in diretta tv.

Per l’occasione ha indossato un abito che “ricorda un fiore che si apre”, color avorio con un corpetto di pizzo bianco a maniche lunghe, con un piccolo scollo a V e che lei stessa ha disegnato insieme a Sarah Burton, il direttore creativo della griffe Alexander McQueen. Un abito che, tra l’altro, ricorda quello di Grace Kelly con il principe Ranieri di Monaco negli anni Cinquanta.

Lo strascico di “appena” 2,70 metri, circa la metà di quello della suocera, egregiamente indossato da una ventinovenne, da tempo programmata per fare la “professione” della principessa.

Di contro, la donna di fatto più importante dell’Inghilterra, la Regina Elisabetta, che per un giorno ha dovuto vestire i panni di non protagonista ha scelto per il matrimonio del nipote un abito giallo primula, disegnato da Angela Kelly rendendocela molto più simpatica del solito forse perché ci ha ricordato la signora in giallo della pubblicità dei “Ferrero Rocher”.

 La famiglia reale aveva invitato tutte le invitate ad indossare un elegante copricapo e così è stato per tutte le invitate ad eccezione dell’anonima Samantha Cameron la moglie del primo Ministro inglese e della damigella d’onore, la sorella della sposa Pippa Middleton.

Tra i tanti bellissimi cappelli

spiccavano quello: di Victoria Beckham, che ha sfoggiato un piccolo capellino blu notte molto raffinato decorato con rami e fiori;

della fidanzata di Alberto di Monaco, Charlene Wittstock, cappello a tesa larga;

delle cugine di William Eugenia e Beatrice, che hanno optato per un cappello blu elettrico sormontato da enormi fiori che ricorda nella forma quello di Robin Hood, e di un eccentrico cappello beige che si sviluppa in altezza e ricorda un cameo sormontato da un fiocco.

Di contro, il velo è dell’abito di Kate è stato trattenuto da una tiara Halo di Cartier, offerta alla sposa dalla Regina, fatta realizzare per la Regina Madre dal Re Giorgio VI nel 1936.

Neo di tutta la cerimonia: gli occhi invidiosi della “suocerastra” Camilla Parker Bowles

Unica stravaganza la collocazione di sei aceri lungo la navata centrale dell’Abbazia che gli sposi hanno percorso verso l’altare, un’iniziativa per sottolineare la volontà ecologista della sposa e per potenziare l’effetto mediovale del luogo. Uno sforzo notevole, oltre che costoso, che viceversa non si è compiuto nella scelta dei vini del ricevimento nuziale: un bianco di Chapel Down, un’azienda del Kent (costo a bottiglia 8.50 alle 14 sterline) e uno Champagne Pol Roger non vintage da 30 sterline alla bottiglia.

Nel pomeriggio gli sposi hanno lasciato Buckingham Palace con una Aston Martin, altra casa automobilistica britannica, con tanto di palloncini e targa all’americana “Just Wed” (ecco il video).

Al di là della maestosità dell’evento dovuta certamente alla “regalità” dei protagonisti, alla location, ai circa 2000 invitati che si sommano agli oltre due miliardi e mezzo di persone che lo hanno seguito tra le strade di Londra e in tv e sul web, quest’evento rimane sicuramente un grande spot su Londra.

La diretta televisiva ci ha, ancora una volta sorpresi ad ammirare le bellezze architettoniche di Londra, una città che da metropoli superveloce ha saputo scandire lentamente un tempo che appartiene agli sfarzi del passato e farci vivere un sogno tutto a favore di una monarchia che aveva bisogno di questo matrimonio come di una goccia d’acqua in un deserto.

Infiniti sono stati, sono tutt’ora e saranno i servizi televisivi, fotografici e le pagine web nati ad hoc sull’argomento e che avranno, indubbiamente, ricadute positive sull’economia della città e dell’intera nazione rivitalizzando il turismo e tonificando l’immagine della monarchia inglese che, dopo la morte di Lady Diana, ha perso punti di popolarità a livello nazionale ed internazionale.

Agli sposi vanno i miei migliori auguri e la speranza che questa Kate (visti i precedenti) porti un po’ di fortuna alla Royal Family. Ma si potrebbe già azzardare che Kate & William hanno salvato la Regina (Elisabetta) riavvicinandola ai suoi sudditi.

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